Teatro

Torna a Roma il teatro dialettale di Saverio La Ruina

Torna a Roma il teatro dialettale di Saverio La Ruina

Un intenso dialogo con la madre è il tema del nuovo spettacolo prodotto da Scena Verticale.

Dal 31 gennaio ed in replica fino al 5 febbraio, al Teatro India va in scena lo spettacolo diretto ed interpretato da Saverio La Ruina. Masculu e Fiammina è un tributo di poesia e dolcezza all’affetto materno che ormai è assente. La Ruina sceglie di aprire la sua anima, confessando la propria omosessualità allo spettro della donna che lo ha partorito, in un cimitero, di fronte alla sua tomba con unico testimone un mazzo di fiori. Parole, liberazione delle verità nasconte in un filo ininterrotto di parole, crude e tenere e soprattutto, oneste.

“o masculu e fìammina cum’i chiamàvisi tu”

Permeata in un musicale dialetto calabrese, la dichiarazione di Saverio si colora di leggerezze e ironia per esprimere meglio i frammenti dolorosi di vita passata, di ricordi indelebili, di piccoli grandi dispiaceri e momenti di svolta analizzati a posteriori fino ad attribuirlenuovi sorprendenti significati.

Maestro nell’evocare in platea l’esperienza sensoriale del racconto, La Ruina si disvela attraverso figure poetiche e immagini indimenticabili che si dipanano attraverso una struggente neolingua del ricordo: 'l’idea di base è che un uomo semplice parli con la madre. Una madre che non c’è più. Lui la va a trovare al cimitero. Si racconta a lei, le confida con pacatezza di essere omosessuale, “o masculu e fìamminacum’ichiamàvisi tu”, l’esistenza intima che viveva e che vive. – afferma il regista e interprete – Non l’ha mai fatto, prima. Certamente questa mamma ha intuito, ha assorbito, ha capito tutto in silenzio. Senza mai fare domande. Con infinito, amoroso rispetto. Arrivando solo a raccomandarsi, quando il figlio usciva la sera, con un tenero e protettivo “Statti attìantu”. Ora, per lui, scatta un tipico confessarsi del sud, al riparo dagli imbarazzi, dai timori di preoccupare. Forse con un piccolo indicibile dispiacere di non aver trovato prima, a tu per tu, l’occasione di aprirsi, di cercare appoggio, delicatezza.”

Le musiche originali sono Gianfranco De Franco e le scene di Cristina Ipsaro e Riccardo De Leo

La SCHEDA SPETTACOLO